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La Canapa come psicoattivo

La Canapa come psicoattivo - Al Mangiagricolo

Parallelo all’utilizzo della canapa come fibra e come fitofarmaco, è l’uso della Cannabis per l’azione psicoattiva di uno dei suoi principi attivi, il Tetracannabidiolo. Prove dell'utilizzo della cannabis si hanno fin dai tempi del Neolitico e se ne ha traccia a Taiwan 10.000 anni fa. Si ritiene che fumatori di cannabis dell'antichità furono i popoli Hindu di India e Nepal e che, successivamente, grazie alle migrazioni delle popolazioni nomadi dall’Asia al Medio Oriente, tale pratica si diffuse tra le popolazioni locali - Assiri, Sciti, Traci - che ne facevano uso anche durante i riti religiosi. L’ulteriore diffusione nei Paesi Arabi e del Mediterraneo - si ha traccia dell’uso di Cannabis in Grecia già nell'800 a.C - ne espanse la consuetudine fino in Europa. Qui, ancor prima dell'espansione dell'Impero romano (Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia menziona le proprietà terapeutiche dell'erba), la cannabis era già coltivata e usata nelle isole britanniche dalle tribù dei Celti e dei Pitti (III- IV sec a.C.). Nel Medioevo l'uso proseguì lecitamente sino al 1484, quando una bolla papale ne vietò l'uso ai fedeli.

Nell'Ottocento, l'utilizzo della cannabis come psicoattivo, sotto forma di hashish (ottenuto dalla pressatura della resina dei fiori), si diffuse ampiamente negli ambienti artistici europei: a Parigi nacque il Club des Hashischins, frequentato da scrittori quali Victor Hugo, Alexandre Dumas, Charles Baudelaire, Honoré de Balzac e Théophile Gautier.

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