Pantelleria
In totale simbiosi con la natura.
La particolarità di quest’isola, nella quale l’agricoltura, nei secoli, ha disegnato gli spazi assecondando la natura, in una totale simbiosi tra uomo e ambiente, è stata determinante nella decisione aziendale di coltivare, qui, Canapa di altissima qualità. Il risultato sono piante sane e produttive, ricche dei pregi delle coltivazione in un terroir unico, e dalle caratteristiche organolettiche inconfondibili.
Un territorio di origine vulcanica, tuttora interessato da fenomeni di vulcanismo secondario, come i soffioni di vapore e l’emersione di acque calde, la costante esposizione ai venti, la scarsa piovosità compensata da un alto tasso di umidità: condizioni ambientali estreme che fanno dell’isola di Pantelleria un unicum e determinano tecniche di coltura che da tale terroir traggono prodotti che ne contengono tutta la potenza.
L’isola è caratterizzata da un paesaggio in cui alle sculture naturali di roccia lavica si accostano manufatti umani rimasti immutati nel tempo. Dai muri di pietra a secco, creati per delimitare e contenere il terreno, ai “jardini” panteschi, costruzioni cilindriche alte circa quattro metri e larghe dieci, all’interno delle quali cresce, curato e protetto, un unico albero di agrumi, quasi sempre un arancio. Tali piante, coltivate a Pantelleria da circa seicento anni, sono le stesse da allora, propagate dall’uomo tramite innesto.
Assolutamente caratterizzanti sono i tipici terrazzamenti - antropizzazioni millenarie - che si susseguono sui pendii collinari, una serie di piani a gradoni realizzati con muri a secco di pietra lavica che contengono il terreno, predisposti per coltivazioni diverse a secondo delle caratteristiche del suolo - da quello leggero di pomice ai pesanti terreni argillosi, a seconda delle contrade - e dei microclimi determinati dall’altitudine e dalla distanza dal mare.
Le principali colture agricole dell’Isola sono, in ogni caso, delle eccellenze. Lo è il Cappero, varietà spontanea autoctona dall’inconfondibile aroma, e lo è la Vite, la coltura più diffusa, in forma di alberello impiantato in conche profonde circa venti centimetri che consentono l’accumulo della preziosa acqua piovana: una tecnica di coltivazione, introdotta dai fenici e perfezionata nel corso dei secoli, che nel 2014 è stata inserita dall’Unesco nella Lista del Patrimonio Immateriale dell'Umanità come "Pratica agricola della vite ad alberello". Dalle uve Zibibbo di questi vigneti, unici al mondo, si vinifica il pregiato Passito di Pantelleria.
Importante anche la coltivazione dell’ulivo, e particolare la potatura - di questo come di altri alberi da frutto - operata per proteggere le piante dai venti che soffiano perenni: i rami vengono tagliati in modo da ottenerne un portamento verso il suolo, addirittura sfiorandolo. Per questo, a Pantelleria è usuale vedere ulivi secolari, alti soltanto un metro e con enormi tronchi, la cui vegetazione si estende anche per cinquanta metri quadrati.